Passa ai contenuti principali

Come si inizia un blog?

Come si inizia un blog? Me lo sto chiedendo adesso seduta sul divano della mia cameretta due metri per due, in una fredda sera di gennaio. Avrei tante cose da dover fare, tante da dover studiare, ripetere, disegnare, ma la mia mente oggi è bloccata, immobile e rifiuta di affrontare qualsiasi cosa abbia anche solo la parvenza di un dovere. Che poi a me sono i doveri che mi rovinano! Se non fossero doveri farei tutto con molta più voglia, con piacere. Devo fare le pulizie! Certo c'è a chi piace e chi sono io per giudicare, ma sono sicura che se non ci fossero le norme igienico-socio-culturali-sanitarie a impormi di spolverare ogni volta che un granello di polvere si posa sul mio comodino, avrei molta più voglia di fare le pulizie. La polvere alla fine mi stà simpatica..è silenziosa, discreta, non fumatrice..una perfetta coinquilina. Peccato solo non paghi l'affitto. Ecco se c'è una cosa invece che proprio non sopporto sono i capelli! Quelli neri, lunghi, spessi come tronchi, magari anche ricci...te li ritrovi sul cuscino e sai di per certo che non sono i tuoi, anzi sai perfettamente di chi sono. Ecco, in verità non sono affatto una persona schizzinosa, anzi...ma nel liberarmi dell'essere immondo mi abbandono sempre a scatti irrefrenabili e brividi incontrollati di "schifignio" che non credo sia italiano, ma rende bene l'idea. E la notte, stesa sul letto cerco di dormire ma rimango inquieta...so che lui è li dentro il cestino che mi guarda, aspetta nell'ombra la prima brezza di corrente da cavalcare per tornare ad attaccarmi. Per questo dormo con una pistola sotto il cuscino. Per questo e per il mio coinquilino che minaccia sempre di venirmi a fare i bisogni nel letto. Di che si parlava? Ah si di pulizie. Dicevo che se non le faccio è proprio perché devo farle! In ogni caso la storia dei capelli l'ho risolta con lo swiffer ed evitando di invitare ricciolute capellone a casa mia. Va bene comunque riprendendo il discorso...come si inizia un blog? Io di sicuro non lo so, ma senza saperlo mi pare di averlo fatto!
Mi chiamano per la cena. Scappo. Baci Baci.

Commenti

Post popolari in questo blog

Lo sapevi che i matti...

Lo sapevi che… …in inglese l’espressione “matto da legare” viene tradotta con “mad as a hatter”, ovvero matto come un cappellaio. La sua origine risale all’epoca vittoriana quando i cappellai usavano sostanze tossiche, in particolare a base di mercurio, per incollare le stoffe dei tessuti dei cappelli. Pare che queste, se inalate in grandi quantità, provocassero segni di squilibrio mentale. Questo è il motivo per cui nel romanzo di Lewis Carol, Alice nel Paese delle Meraviglie, ovviamente, il personaggio del matto è rappresentato proprio da un cappellaio. Nel film Alice in Wonderland di Tim Burton, il costume del cappellaio matto, interpretato da Johnny Depp, ha il viso leggermente argenteo-metallico volendo proprio richiamare il colore del mercurio. Tu lo sapevi? Io no.

Convivenza 2.0

A casa mia, paradossalmente, ti conviene avere un problema nel cuore della notte piuttosto che di mattina. La probabilità di trovare qualcuno sveglio e disposto ad aiutarti durante le prime ore della giornata è pari a zero. Ma uno zero mortale, assoluto. Gira tutto al contrario a casa mia; alle quattro di notte puoi trovare facilmente qualcuno che suona la chitarra, sente un LP al giradischi o gioca alla play in Dolby Surround. Invece al mattino, a casa mia, tutto deve tacere. Mi sveglio ogni volta in totale solitudine, a colazione mangio pane e tristezza, mentre mi vesto parlo con lo specchio. Ho sviluppato l'insana abitudine di affacciarmi alla finestra ogni qual volta sento i camion dei rifiuti arrivare. Gli uomini della raccolta differenziata, che svuotano i bidoni dell'immondizia nella piazza la mattina, sono i miei unici amici.  Dunque sta mattina riflettevo proprio su questo fatto quando è successo l'irreparabile. Un ragno. Un ragno sul muro. Ma non un ragnetto. Un

Amiche al cioccolato

Le amiche...che cosa complicata le amiche. Miele e veleno. Errori ripetuti. Lezioni di vita che non imparo. Un campo minato in cui la strada sicura continua a mutare. Non farò mai la cosa giusta con le amiche. Ci sarà sempre una parola detta di troppo, e una cosa fatta di meno. Tutte diverse...particolari e variegate come i gusti della cioccolata. Ci sono quelle che assaggi una volta tanto, particolari e sconosciute come le praline che vedi schierate alle fiere di paese. Abbinamenti eccentrici che mai ti aspetteresti, ma che invece sono buonissimi. Noci ricoperte di cioccolato, fichi secchi affogati al fondente, scorze di arancia candite bagnate di oro nero, qualche volta piccanti. Quelle dolcezze che sai potrebbero essere la tua droga e rovina, ma che per qualche strana e sconosciuta ragione fai fatica a trovare vicino, e non diventano il tuo dolce quotidiano. Forse perché distanti o complicate, forse perché conosciute nel momento sbagliato, o perché dall'altra parte del m