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Il male del mondo...


Volete sapere perché alcune persone in Italia sono cattive? Ci riflettevo oggi e sono giunta ad una mia personale conclusione. Per un motivo o per un altro queste persone hanno avuto a che fare con treni e stazioni. E' tutto lì il problema. Perché succede sempre qualcosa di spiacevole tra treni e stazioni.  Difficile da controllare, ancor di più da evitare. Un niente e va tutto a puttane. E basta anche solo un piccolo episodio spiacevole, un solo istante di difficoltà che sei marchiato a vita: il seme del male ha attecchito e non te ne sei neppure reso conto. Ed è facile accorgersene perché la gente in stazione si trasforma. Diventa irrequieta, frettolosa, ansiosa, insofferente, sfastidiata e fastidiosa, scorbutica, diffidente, blasfema ed oltremodo razzista. E non si biasima nessuno in stazione. Abbiamo tutti il diritto di diventare dei mostri soprattutto quando ti capita una giornata così:
  • Siena-Pisa. Un'ora e mezza di viaggio prevista. Arrivo in stazione venti minuti prima, saluto chi di dovere ed entro.
  • Primo intralcio: biglietterie automatiche guaste. Tutte! Come se il folletto maligno della stazione abbia passato la notte a prendere a calci le macchinette e, al mattino, avesse bendato gli occhi di tutti affinché si potessero accorgere del disagio per intervenire. Infatti nessuno se ne preoccupa e c'è...
  • ...una sola biglietteria aperta,18 minuti mancanti alla partenza, 7 persone in fila. In stazione i numeri sono tutto. Ogni individuo davanti a me porge all'omino dei biglietti un domanda a cui una semplice ricerca su Google avrebbe risposto con piacere. Nessuno compra biglietti...a quanto pare alla stazione di Siena non ci si va per partire, ci si va solo per fa du chiacchiere...da boni amici, siamo tutti 'ontenti e poi si va a vedè ir palio e a fa du bischerate... Comincio ad infastidirmi e i minuti passano.
  • Ho poco tempo ormai, sto per arrendermi all'idea di perdere il treno, ma magicamente sul tabellone degli orari appare, il ritardo di preziosi 5 minuti. Pochi, pochissimi, ma sufficienti a far riaccendere in me un barlume di speranza. Adesso mi rendo conto che niente è successo per caso quel giorno...qualcuno voleva farmici credere veramente, alla fine la delusione sarebbe stata più grande. Allora chiedo di poter passare avanti e i chiacchieroni me lo concedono. Buon per loro.
  • Afferro il biglietto volando, mi precipito giù per le scale in cerca del binario 5, scendo nel sottopassaggio e...il corridoio si interrompe al binario 3. Ma che scherzo è? Salgo in superficie per capire e lo vedo lì, solo soletto il mio trenino che sbuffa al di là della banchina successiva. Così vicino per sentirlo, ma non abbastanza per toccarlo.
  • Comincio a pensare di attraversare i binari...sciocca...non si fa! Me lo ricorda giusto in tempo la voce che annuncia il transito di un treno sul binario 3. Manco l'arrivo..il transito. Infami.
  • Ok, torno indietro veloce come il vento, chiedo a qualcuno e, dopo aver capito che la stazione è costruita a coppola di minchia, trovo il sottopassaggio che mi permette di raggiungere il binario giusto. Salgo le scale a 7 a 7. C'ho i polmoni in gola, il cuore nel cervello, il cervello compresso nell'orecchio e stranito dall'inusuale affollamento. Arrivo, vedo il treno, è fatta!. Sono felice. Premo l'indice sul pulsante di apertura della porta e ricomincio a respirare. Il mio dito si sposta. No, non è il mio dito...è il treno che mi sta abbandonando sulla banchina e vi giuro che mi sembra sentir ridere qualcuno. Resto incredula sul marciapiede con i miei due nuovi amici: Rabbia e Odio. Odio è un tipo silenzioso, ma fastidioso. Passa il tempo a darmi cazzottini nello stomaco, mentre rabbia non la finisce più di urlarmi nelle orecchie.
  • Aspetto il prossimo treno, seduta su una panchina. Avrei dovuto scorgere un "mea culpa" da qualche parte, ma anche no. Mi sarei sbranata chiunque avessi avuto davanti, dall'architetto che s'era sentito di progettà la stazione di Siena senza senso alcuno, al tizio che aveva chiesto tutte le coincidenze possibili per raggiungere Milano da qui ai prossimi sei mesi, per finì all'omino che doveva mettere delle chiare indicazioni per il binario 5 e che invece a quanto pare se l'era portate a casa per abbellire il salotto.
  • Salgo finalmente sul treno. A Poggibonsi ci fermiamo venti minuti. Alla fine il capotreno annuncia che un tizio sulla seconda carrozza ha avuto un malore e che si dovrà aspettare l'ambulanza. No vabbè questa poi...non è possibile! Cristo domenica è risorto già incazzato e se l'è presa con me. Ci fanno scendere per prendere il treno che sarebbe arrivato dopo 2 minuti al binario 3. Dopo 27 minuti ecco che si presenta in stazione una carrozza che per quanto piccola secondo me manco lo sapeva di essere un treno.
  • Riparto alla volta di Empoli e mentre cerco di ripensare a quello che ho fatto per essermi meritata quel castigo, sento in sottofondo i commenti delle altre persone, mie compagne di sventure: "No non ti preoccupare era solo uno zingaro", "io l'avrei lasciato morire li e sarei ripartito", "io l'avrei buttato giu dal treno in corsa", "si l'altro giorno ne hanno fatti fuori due, che colpo!". Li guardo perplessa. E' bastato un po' di ritardo per trasformare la gente da pendolari ad assassini. Mi calmo, e comincio ad arrendermi all'idea che sia stata solo una serie di sfortunati eventi, e alla fine quasi mi viene da ridere. Non sarà un treno o una stazione a rovinarmi il mondo. Mi godo la fine del viaggio...in fondo c'è ancora un po' di luce e il panorama è così bello.

E mentre guardo fuori mi raggiunge l'idea. Il signor Adolf prima di organizza la mattanza si dev'esse sparato un bel interail in Italia. Non si spiega sennò.

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