Ore 19:03 di giovedì 4 Maggio, Pisa.
Cammino veloce sul marciapiede che costeggia il lungarno, un po' sovrappensiero.
La figura complessa di uomo davanti a me attira la mia attenzione.
Avrà trentacinque anni, ma ne dimostra sessantadue. Alto sei metri e cinquanta, si è rasato i capelli lasciando che la casualità gli guidasse la mano. Indossa dei pantaloni a cavallo basso, così basso che più che un cavallo è un pony. Gli fa compagnia un cane con la bandana.
Non gli vedo la faccia, ma me la immagino bene. Un tic lo costringe ad alzare periodicamente la spalla destra così in alto che mi comincio a sentire il dolore addosso.
La distanza tra me e lui si accorcia tanto che lo sento discutere. Se non avessi il dono della vista e lo udissi parlare senza comprendere il significato delle parole direi che sta facendo un discorso molto serio e sentito......con il cane. Il cane dal canto suo non sembra essere molto interessato alla conversazione. Infatti fa finta di niente, non gli risponde e continua a cercare note di pipi accanto al muro.
D'improvviso l'uomo si ferma che quasi me lo investo, fa una giravolta su se stesso, poi un saltello a piedi uniti e riparte per la sua strada. Io leggermente perplessa riparto per la mia, che oggi per caso coincide proprio con la sua. Non passa il tempo necessario a dimenticare la stranezza precedente che lo sento lanciare un bestemmione al cielo così lungo e complesso che Dio deve aver di certo gradito l'originalità.
Nello stesso istante, sulla strada di fianco si consuma un malinteso. Due macchine fanno a cazzotti di clacson per non so quale ragione. Le mani rimangono in pressione sul volante per una infinità di secondi.
Il tizio, infastidito dall'improvviso schiamazzo, si ferma e osserva la scena.
Lancia un secondo bestemmione, poi si volta veloce verso di me.
Il viso scavato, la barba fatta solo a metà e due occhi che diomiodiosanto. Nel taschino della maglietta sbuca un'inspegabile spina elettrica. Cerca il mio sguardo, lo trova.
Mi sorride con tre denti e dice: "Certo che ce ne sono di matti in giro eh?!"
"Eh già..."
Quanto sei storto a Pisa è solo una questione di punti di vista.
Cammino veloce sul marciapiede che costeggia il lungarno, un po' sovrappensiero.
La figura complessa di uomo davanti a me attira la mia attenzione.
Avrà trentacinque anni, ma ne dimostra sessantadue. Alto sei metri e cinquanta, si è rasato i capelli lasciando che la casualità gli guidasse la mano. Indossa dei pantaloni a cavallo basso, così basso che più che un cavallo è un pony. Gli fa compagnia un cane con la bandana.
Non gli vedo la faccia, ma me la immagino bene. Un tic lo costringe ad alzare periodicamente la spalla destra così in alto che mi comincio a sentire il dolore addosso.
La distanza tra me e lui si accorcia tanto che lo sento discutere. Se non avessi il dono della vista e lo udissi parlare senza comprendere il significato delle parole direi che sta facendo un discorso molto serio e sentito......con il cane. Il cane dal canto suo non sembra essere molto interessato alla conversazione. Infatti fa finta di niente, non gli risponde e continua a cercare note di pipi accanto al muro.
D'improvviso l'uomo si ferma che quasi me lo investo, fa una giravolta su se stesso, poi un saltello a piedi uniti e riparte per la sua strada. Io leggermente perplessa riparto per la mia, che oggi per caso coincide proprio con la sua. Non passa il tempo necessario a dimenticare la stranezza precedente che lo sento lanciare un bestemmione al cielo così lungo e complesso che Dio deve aver di certo gradito l'originalità.
Nello stesso istante, sulla strada di fianco si consuma un malinteso. Due macchine fanno a cazzotti di clacson per non so quale ragione. Le mani rimangono in pressione sul volante per una infinità di secondi.
Il tizio, infastidito dall'improvviso schiamazzo, si ferma e osserva la scena.
Lancia un secondo bestemmione, poi si volta veloce verso di me.
Il viso scavato, la barba fatta solo a metà e due occhi che diomiodiosanto. Nel taschino della maglietta sbuca un'inspegabile spina elettrica. Cerca il mio sguardo, lo trova.
Mi sorride con tre denti e dice: "Certo che ce ne sono di matti in giro eh?!"
"Eh già..."
Quanto sei storto a Pisa è solo una questione di punti di vista.
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