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Pioggia Pisana

Ci sono varie tipologie di mal tempo. Se devo pensare alla pioggia direi che la si può distinguere in tre macrocategorie in ordine crescente di fastidio e malessere.
La prima della lista è il mal tempo leggero, tipo quello estivo, dove la pioggia non è altro che un sospiro di sollievo tra due boccate d'afa. Tutt'altro che fastidiosa. La calura estiva si attenua per quei pochi minuti che riescono a rimetterti al mondo.

Poi c'è la pioggia invernale della serie tè bollente tra le mani, luce calda sul comodino, coperta sulle ginocchia e occhioni dolci e malinconici che guardano fuori dalla finestra. Quando il tepore della casa che ti protegge riesce a rassicurarti al tal punto da sospirare: "che bello quando fuori piove". Ti risvegli la mattina e tutto è passato, come un sogno lontano di cui al risveglio non ricordi più con precisione i dettagli.






















E poi, infine c'è lei...la Pioggia Pisana. 
Si chiama proprio così, Pioggia Pisana.
Ci si riferisce ad una pioggia pesante, di gocce tipo ghiaino, che scendono in orizzontale a velocità da rientro in atmosfera. Fastidiosa come un virus intestinale, persistente come la muffa. Fatta di gocce che arrivano come missili sulla finestra. Scrosciate d'acqua improvvise a cui non ti abitui mai. Più di una volta mi sono sorpresa a pensare che sarebbe stato il mio ultimo giorno. 
E' la pioggia che arriva proprio quando stai per uscire di casa e che smette proprio quando finalmente trovi riparo.
Improvvisa come una temporale estivo, tremenda come il diluvio universale.
E' la pioggia di quelle mattina che sono già le otto, ma sembrano ancora le tre di notte. 
Quelle che ti svegliano di soprassalto e dal rumore ti convincono che stiano scendendo palle di ghiaccio infuocato. 
E invece è solo acqua...ma come è possibile che sia solo acqua?! E nonostante tu sia sotto un tetto, al riparo tra quattro solide mura, non ti senti completamente al sicuro perché una violenza di tale entità sai che è capace di spazzare via edifici interi. 
Velocissima ad arrivare, immobile nell'andar via. Permane giorni e notti. E non aspetti mai che la colomba torni a casa. La colomba come minimo è affogata.
E resti scema quando finalmente torna il sole. Non è la meraviglia del ritorno al bel tempo, è più uno straniamento alla vista di un sole che non riconosci, che non ricordi, e ogni volta sei li a riprovare l'emozione e le perplessità della prima volta, per l'ennesima volta. 



E dopo ogni scrosciata trovi morenti ai lati del marciapiede milioni di ombrelli sventrati dalla furia della tempesta e sai che per loro quella di certo non sarà l'ultima battaglia persa. 



Photo by Riccardo Nobile


Buon Compleanno Camilla

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